10 Aprile 2020
Chiesa di Santa Maria del Monte, Via Corte d’Appello, Cagliari
Orario: 20.30
Programma
“LAMENTAZIONI PER LA SETTIMANA SANTA“
Arcangelo Corelli (1653-1713)
Sonata a tre op. III n° 11 in sol minore: Grave – Presto – Adagio – Allegro
Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Lettione del Mercordì Sancto di soprano con violini
IOD: Manum suam
CAPH: Omnis populus (Largo)
LAMED (Largo): O vos omnes
MEM: De excelso (Grave)
NUN (Largo): Vigilavit iugum (Staccato, e grave)
Jerusalem Convertere
— Pausa —
Arcangelo Corelli
Sonata op. V n° 5 in sol minore: Adagio – Vivace – Adagio – Vivace – Giga:Allegro
Alessandro Scarlatti
“Prima Lettione del Venerdi Santo” per soprano, due violini e basso continuo
De Lamentatione (Largo)
HETH (Largo): Misericordiae Domini (Largo)
HETH: Novi Diluculo
HETH: Pars mea Dominus
TETH (Largo): Bonus est Dominus
TETH: Bonum est praestolari
TETH: Bonum est viro
IOD: Sedebit solitarius (Larghetto)
IOD: Ponet in pulvere (Largo)
IOD: Dabit percutienti (Spiritoso)
Jerusalem Convertere
CRISTINA FANELLI, Soprano
Ensemble L’IRIDE
Dario Luisi, Maestro di Concerto & Violino
Susanne Scholz, Violino
Marc Vanscheeuwijck, Violoncello
Marco Vitale, Clavicembalo
Lamentazioni per la settimana santa
I responsori della Settimana Santa, con le loro lamentazioni facevano parte dell’Ufficio delle tenebre, una complessa liturgia della settimana precedente la Pasqua. L’unica copia dei responsori della Settimana Santa attribuiti a Scarlatti è contenuta nel manoscritto 443 dell’Accademia Filarmonica di Bologna in cui sono rilegati insieme ai responsori anche alcune lamentazioni e undici mottetti riuniti col titolo “Mottetti per la Quaresima”. In questo programma vengono riproposte due particolari lamentazioni per Soprano con accompagnamento di due violini e continuo oltre che a due Sonate da Chiesa di A. Corelli, contemporaneo di Scarlatti (nome arcadico Terpandro Azeriano) e come lui rappresentante dell’Accademia dell’Arcadia con il nome di Arcomelo Erimanteo.
Cristina Fanelli, classe 1991, frequenta il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, studiando e laureandosi nel marzo 2017 al Triennio di Canto Lirico e a marzo 2019 al Biennio di Canto ad indirizzo lirico operistico, sotto la guida del M° Domenico Colaianni e il M° Lucrezia Messa.
Si perfezionerà partecipando a Masterclass sulla tecnica vocale e sulla prassi della musica barocca con: Barbara Frittoli, Vincent Scalera, Laura Cherici, Franco Pavan.
Negli anni 2016-2017 frequenta l’Accademia “Rodolfo Celletti” e per il Festival della Valle D’Itria debutterà nei seguenti ruoli: nel ruolo di “Ricciardetta dal “Don Chisciotte della Mancia” di G. Paisiello con il M° Ettore Papadia e nei ruoli di Ingrata e Ninfa da “Il Ballo delle Ingrate” e “Lamento della Ninfa” di C. Monteverdi diretta dal M° Antonio Greco.
Nel 2018 proseguirà con i successivi debutti nel Maggio Musicale Fiorentino nel ruolo di “Venere” dall’opera “Dafne” di M. Da Gagliano diretta dal M° Federico Maria Sardelli e in Giappone per il Festival Hokutopia a Tokyo i ruoli di Fortuna e Venere da “Ritorno di Ulisse in Patria” di C. Monteverdi, diretta dal M° Ryo Terakado. Nello stesso anno vince il concorso “Stradella Young Project” ed esegue nel ruolo principale l’oratorio “Santa Editta” diretta dal M° Andrea De Carlo.
Nel 2019 collabora con la Fondazione Pietà dei Turchini ad un progetto intitolato “Famosissime armoniche” dedicato a tre primedonne: Adriana Basile, Giulia De Caro, e Anna Maria Scarlatti. Il programma spazia da musiche di Monteverdi come il “Lamento di Arianna” a cantate di Domenico e Alessandro Scarlatti, il tutto eseguito con l’ensemble Talenti Vulcanici diretto dal M° Stefano De Micheli. “Famosissime armoniche” è stato ospite del Festival Oude Muzik Utrecht 2019. A luglio 2019 partecipa e vince il Concorso “Fatima Terzo” di Vicenza ed in seguito alla vincita debutta lo “Stabat Mater” di G. Pergolesi diretta dal M° Fabio Missaggia all’interno dei Festival “Spazio&Musica” di Vicenza e “Grandezze e Meraviglie” di Modena.
Parallelamente svolgerà attività concertistiche che spazieranno dal repertorio cameristico a quello contemporaneo e inciderà un CD per la MV Cremona intitolato “Andrea Amati Carlo IX, Le origini del violino” eseguendo arie barocche con Federico Guglielmo, Davide Pozzi e Diego Cantalupi e per l’etichetta Puglia Sound il CD “ Hieronymus Montisardui” con l’ensemble Terra d’Otranto.
Dario Luisi
Sono nato a Genova, una stupenda città di mare con uno dei porti più importanti del mediterraneo, nel 1965. Contemporaneamente ai miei studi di violino al Conservatorio “N.Paganini” ho ben presto iniziato ad interessarmi alla pratica “informata” della musica antica, attirato dai suoi suoni particolari ed ammaliatori (il mio primo disco in vinile di musica antica fu lo Stabat Mater di Vivaldi nell’esecuzione dell’indimenticabile James Bowman), allora estranei al mio ambiente musicale. Dopo la fine degli studi tradizionali di violino potei finalmente dedicarmi a quella che ormai era divenuta la mia passione; quella passione che mi avrebbe accompagnato per tutti gli anni a venire e che ancora oggi non mi ha abbandonato. Esplorare nuove strade, superare nuovi confini, assetare la propria curiosità ed essere pronti a rimettersi in discussione ad ogni battuta musicale, ripercorrere vie già affrontate in passato e non cessare mai di stupirsi e confrontarsi con altre idee e teorie, rimarrà sempre una delle prerogative più importanti nella mia vita musicale e non solo. Ben presto, ebbi l’occasione di frequentare altri, esperti artisti impegnati da tempo in questo campo, che seppero spronarmi ed accompagnarmi in molte scelte e spingermi a cercare ulteriormente quello che sarebbe diventato il mio personale modo di fare ed affrontare la musica; tra questi desidero particolarmente citare Sergio Balestracci, Emilio Moreno, Enrico Gatti, Jasper Christensen e non ultimo, soprattutto per il suo approccio curioso, sempre giovane ed estremamente rispettoso del testo musicale nella sua realizzazione, Sigiswald Kuijken, fonte continua di ispirazione nonostante non sia mai stato suo allievo. Realizzare, non interpretare e nonostante ciò trovare una via singolare ed unica per affrontare il testo musicale è uno dei principi fondamentali del mio modo di vedere la musica e trasmetterla al pubblico. Fare musica diventa quindi per me un crogiolarsi attraverso angoli smussati dal tempo e tra sfumature infinite di colori e grigi, evitando o relativizzando quegli estremi tipici di una società ormai sempre più digitale e sempre più estranea alle proprietà intrinseche di musiche d’altri tempi, d’altri luoghi e di sentimenti ormai lontani ma non per questo meno forti.